venerdì 29 gennaio 2016

ADLER RAFFAELLI: l'uomo il maestro, il giornalista.







Riportiamo un ricordo del maestro scritto da Silvano Coveri, un suo allievo che ci ha gentilmente concesso, che tratteggia in modo mirabile ed affettuoso la figura di Adler

CARO MAESTRO

Comunista
Con queste poche righe voglio ricordare Adler Raffaelli, un grande uomo, un amico, il mio maestro.
Era il 1970 e i miei genitori mi accompagnavano a scuola per il fatidico "primo giorno". Erano mesi che sentivo chiedere:- Quanti anni hai? Bravo, fra un po' vai a scuola. Non potevo certo immaginare cosa significasse, né tantomeno quanto mi avrebbe positivamente segnato. Con chi è? Sentivo dire. Con Raffaelli. Un tipo strano. Un partigiano. Un comunista, è stato anche deportato. In cinque anni ci ha parlato tanto di guerra, di resistenza e altro, ma mai la parola "comunismo" è uscita dalla sua bocca per motivi diversi da quelli di storia.
Esco di casa con il mio bel grembiule e il nastro azzurro, come è lecito pensare per un maschietto come me e cosa succede a scuola? Mi si dice che il nastro non va bene, ci vuole rosso. Non finisce qui, il rosa delle femminucce diventa blu e qui i genitori non capiscono più niente. Va là, ti sarai sbagliato, non hai capito. Hai pure detto che oggi hai imparato "A" di
"BANDIERA", ti sarai sbagliato. L'indomani torno a  scuola con il mio bel fiocchetto blu, ma a differenza di A di BANDIERA, sul nastro non mi ero proprio sbagliato! Proprio rosso lo voleva Che tipo strano doveva essere.
Non ho mai visto uno meno strano di lui.

Orto
Una mattina si presenta a scuola munito di vanga e zappa e dice:- Dovete imparare ad amare la natura, il sole, il cielo, la terra. Cominciamo ad amare la terra, a lavorare la terra. Facciamo un orto! Un orto??? E dove?
Chiaro, risponde, nel giardino...
Il giardino della scuola a quei tempi era un tempio inviolato ed il pensiero che un'orda di mocciosi impuniti, e perlopiù armati di arnesi affilati e pericolosi potesse calpestarlo, metteva i brividi alla direzione.
Così mentre gli alunni "normali " o pseudo tali marcivano più o meno allegramente nelle anguste aule di scuola, noi sudavamo le proverbiali sette camice con l'intento di rendere fertile quel lembo di terra che il maestro aveva strappato non tanto alla natura, quanto al "palazzo".
Ogni raccolta era seguita da una mega lotteria ed il fortunato portava a casa ortaggi vari e contribuiva così al mantenimento della famiglia. Credo di non avere mai vinto in cinque anni nemmeno una cipolla, ma ho imparato cosa si può gettare a terra e cosa no, cosa è la biodegradabilità, cosa che molti della mia età non sanno ancora.
Grazie anche per questo maestro.

Campagna - Gite
Domattina scarpe comode. Perché comode? Perché si camminerà molto. Dobbiamo andare dal pastore a veder mungere le mucche. E' molto importante.
Partiamo in fila per due sotto lo sguardo attonito dei colleghi, nostri e del maestro strano,e ci allontaniamo verso la campagna. Che sete, che vesciche, che spettacolo. Fu la prima di innumerevoli uscite che hanno indelebilmente legato coloro che hanno avuto la fortuna di parteciparvi. Tutto ciò che avevamo veniva diviso in parti uguali, fino alla plateale ma carica di significati "spremitura della arancia", a bocca aperta e rigorosamente in fila. Grande maestro.
Questa serie di scampagnate culmina nella più lunga e dura di tutte. La destinazione era il podere Sibe di sotto, non so se esiste ancora, situato sul crinale del monte delle forche, versante di Galeata. Credo che il maestro sia vissuto lì per un periodo di tempo. Il posto era selvaggio, affascinante, pieno di insidie per una scolaresca elementare. Abbiamo riordinato la casa, fatto legna, mangiato, giocato. Giornata indimenticabile.
Altro tipo di gite erano quelle organizzate e con la presenza di genitori e pullman. Tutti itinerari interessanti che negli anni sono tornato a ripercorrere con malinconia. Dozza e i suoi murales, S. Leo, Gradara, Venezia ecc.
Altro tipo di gite erano quelle rivolte al mondo del lavoro, cartiere, laboratori, cantieri industriali. Particolare fu la visita, chiaramente guidata, alla Mangelli, seguita dallo svolgimento di un tema che ancora conservo, "uomini ferro e fuoco". Solo a pensarla una cosa del genere. Portare i nani alla Mangelli.

Campi di concentramento
A volte le lezioni prendevano pieghe particolari. Il maestro leggeva libri strani. Parlavano di morte, di guerre, di persone che venivano portate via. Anche da casa, dalle proprie famiglie, rinchiusi e stipati in mezzi di locomozione vari e scaricati come immondizia in posti gelidi e senza mangiare. Quei posti li chiamava lager.
Ma sarà vero? Che storie sono queste mi chiedevo... Che fantasia ha il mio maestro. Quando però i libri parlavano anche di lui, l'atmosfera diventava pesante e si capiva che non scherzava affatto, e che la realtà era più incredibile della fantasia. Il nostro maestro era parte integrante di quei racconti, così come lo erano tutti quei poveri Cristi, molti amici suoi, deportati come lui, ma meno fortunati. Non l'hanno mai potuto raccontare.
Una volta nella nostra classe venne persino la "televisione " ad intervistarlo. Grande!

Pagelle
E' il momento dei voti, delle pagelle, dei colloqui con i genitori. I miei vedevano che a casa non "lavoravo" tanto e quindi un poco preoccupati chiedevano:- Maestro, come va Silvano? Eh Silvano, rispondeva, valido, coraggioso, generoso! Generoso??? Sì, generoso, forte, pieno di sentimenti. Sì sì, va bene, ma come se la cava con i libri? E lui, finalmente, prendendomi sotto il suo braccio (sembrava una montagna) e stringendomi a lui, a pugni stretti ripeteva, generoso, coraggioso Buonanotte! ! !
Il bello è che questi giudizi si sono ripetuti nell'arco del quinquennio e così i miei non hanno mai saputo come andavo a scuola. Ora a distanza più di trent'anni Adler non sembra più una montagna, anzi è piuttosto piccolo, (fisicamente si intende), ma il suo giudizio nei miei confronti è rimasto lo stesso. Buono, generoso.
Adesso ho capito. Non sono mai stato un intelligentone !

Dialetto
C'è un'altra cosa che lui amava molto. Il dialetto romagnolo. Il dialetto diceva, nasconde le nostre origini, va conservato. A volte si rivolgeva a noi in quel modo e ci spiegava come erano nati certi vocaboli, certi cognomi ecc. Un anno, non ricordo quale, organizzo persino una commedia dialettale, con attori noi bambini, che si svolse in palestra con la presenza dei genitori e delle autorità paesane. Io dovevo dire alcune frasi, una delle quali era sicuramente questa:- Al sò al sò Armando, u ml'ha det e mi fradèl! Non era un gran che, ma bastava a farmi sentire importante.
Poi c'era l'insegnamento di canzoni contadine che hanno fatto la storia delle nostre famiglie, sempre accompagnate da lui con una grossa fisarmonica.

Bicicletta
Una mattina di inverno non c'era la sua auto in cortile e tutti ci chiedemmo come mai. Semplice, era venuto a scuola in bicicletta. Adler amava la bicicletta, così come ama tutte le cose semplici. Poi un'altra mattina non c'erano né auto né bicicletta, e qui la cosa diventava seria, era venuto a piedi Si alzava alle 4 e dalla Cava veniva a Predappio fischiettando... ... Fenomenale.
Bisogna riflettere, riscoprire certi valori, diceva. Aveva visto i campi di sterminio, una passeggiata a piedi non poteva che essere una passeggiata.

Diario
Il compito per casa, per la verità sempre leggero, era unito alla tenuta di un diario, nel quale dovevamo scrivere quotidianamente le vicissitudini del giorno appena trascorso. Il maestro poi lo correggeva amorevolmente. Credo fosse avanti anni luce in fatto di insegnamento. Certo, non creava geni, ma contribuiva sicuramente alla maturazione delle nostre personalità. Infatti, siamo tutti quanti legati in modo indelebile a questa persona, che ha lottato contro tutti e tutto, e che con le più svariate esperienze ci ha fatte conoscere da vicino il mondo che ci circonda. Io, fortunatamente, continuo ancora a frequentarlo. Ha più di ottanta anni vive con la moglie Silvana che lo accudisce amorevolmente. Ha problemi fisici e più che disperarsi si scusa con il prossimo e quasi se ne vergogna. "- Questa malattia mi sta sconfiggendo, abbattendo, umiliando".
Non è vero caro Adler, nessuno può farti questo. Non ci sono riusciti nemmeno i tedeschi.
Tu sei grande, parte di te è in tutti noi, sarai grande per sempre

Silvano Coveri


Predappio: cerimonia che ha intitolato ad Adler Raffaelli l'orto dei bambini








lunedì 25 gennaio 2016

II Guerra mondiale principali date di riferimento


Avevo già pubblicato questa cronologia, qui è in versione aggiornata ( eliminati alcuni errori e rifatta copertina)  stampata in occasione di un secondo ciclo di presentazione del libro "LA FOJA DE FARFARAZ. Predappio: storia di una comunità viva e solidale" che avverrà in alcune scuole di Forlì e di Cesena.









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LO STAMPATO FINISCE QUI.

Ma per chiarire come la penso sullo stravolgimento della costituzione che saremo chiamati fra qualche mese ad approvare  con un referendum chiarisco:

mercoledì 20 gennaio 2016

OMAGGIO A VILLANETA

PRESENTAZIONE FOTOGRAFICA CON UN PO' DI STORIA

Ho frequentato Villaneta dal 1976 - 77 al 2012 quando ne fui estromesso e si chiuse l'esperianza della "Casa per ferie" improntata da Otello Gavelli sui principi di un turismo sociale ed autogestito. Rispettoso dell' ambiente. Ho partecipato dal 1984 alla sua gestione, occupandomi in prevalenza delle pratiche burocratiche, che non finivano mai. Ero anche il muratore per i piccoli lavori. A Villaneta c'è la storia della mia capacita di fare i ritocchi all'intonaco: quelli fatti negli anni '80 mostrano un "gnocco", gli ultimi sono perfetti.
Villaneta fu il luogo dove mia madre ha fatto le uniche "ferie" della sua vita. E' il luogo dove portavo i figli. In altre parole Villaneta è stata parte della mia vita.
Ho deciso di scriverne la storia, un impego che mi porterà via uno o due anni, perchè svolto nei tempi rimasti liberi dal lavoro ed altri impegni.
Ora contribuisco alla gestione di VALPISELLA una casa per ferie dell' ANPI aperta ai soci e amici,. E' cambiato il posto, ma lo spirito è il medesimo. Cambiamento nella continuità.


(Per accedere alla "presentazione" e leggere i testi cliccare sulle foto)