Frontiera Grecia - Macedonia oggi
La fuga impossibile
(Settembre ’44)
(Tratto la libro " Poi venne la fiumana" di Palmiro Capacci)
(Tratto la libro " Poi venne la fiumana" di Palmiro Capacci)
Era passata una staffetta
partigiana ad avvisare i contadini, invitandoli a fuggire, a nascondersi,
perché stava per iniziare un grosso rastrellamento e questa volta oltre ai
fascisti c’erano anche i tedeschi, quelli più cattivi, le SS, che già si erano
fatte una brutta fama. In quel periodo, Paolina era rimasta col nonno e con i
tre figli Colomba (la Culomba) e Domenica (la Minghìna) di cinque e tre anni, infine
Giovanni di pochi mesi mentre gli altri famigliari si erano già allontanati. Dove andare in quelle condizioni?
Eppure il pericolo era grande. Vestì pesantemente le bambine, chissà dove
avrebbero passato la notte? Prese il cambio per il piccino e qualcosa da
mangiare, liberò le bestie per non farle trovare ai soldati che le avrebbero
potuto rubare oppure anche bruciare vive se avessero incendiato la stalla con
loro dentro, e si avviò scendendo lungo il fosso che scorreva in fondo al
vallone in direzione di Ranchio (Rância),
col piccolo in braccio e le bimbe aggrappate alla gonna. Colomba portava con sé
sotto braccio un piccolo quadro con la foto del padre vestito da militare,
finora dal vivo l’aveva visto poco, ma la mamma le aveva detto che l’uomo del
ritratto era il suo babbo e che un giorno sarebbe tornato per rimanere con
loro. Quel ritratto era molto importante per la bambina e quando, durante la
fuga, nel guadare il Rio Tibina, le sfuggì di mano e cadde, andando
irrimediabilmente perso, la bambina si disperò e cominciò a piangere.
Dopo un po’ di cammino
apparve evidente che non si poteva andare oltre, il primo a cedere fu nonno
Domenico che il quel periodo era di salute malferma, disse: “Paolina io non ce la faccio più, non riesco
a proseguire, voi che fate?” Che fare? Le bimbe erano stanche, poi non
sapevano dove fuggire ... tornarono sui loro passi, succedesse quel che doveva
succedere, loro avevano fatto il possibile. Rientrarono a casa che era quasi
sera, Paolina richiamò le bestie, ma una mucca non tornò, (scoprirono il giorno successivo che era stata dilaniata da una bomba di mortaio) cambiò e allattò
Giovanni e fece da mangiare, il meglio che c’era perché del domani non vi era
certezza: se doveva accadere qualcosa di brutto … che succedesse a pancia piena
… infine si coricarono.
I nazifascisti non passarono
quella volta dal Casetto, forse perché era fuori mano; l’essere nascosto ed
isolato fu in quella circostanza una fortuna, anche perché come si seppe poi
quello fu proprio un brutto rastrellamento, con molte case bruciate e molti
fucilati.
Nessun commento:
Posta un commento