Ricordi di militanza politica.
QUANDO UN PRETE DI MODIGLIANA MISE LA
BANDIERA ROSSA IN CHIESA
Il referendum
per l’abrogazione della Legge sul divorzio del 1974 fu la mia prima campagna
elettorale, anche se ancora non potevo votare.
Oltre che a
Forlì feci attività anche a Modigliana. Assieme ad un gruppetto della Federazione
Giovanile Comunista fummo inviati dal
Partito in quel paese a dare man forte ai compagni del luogo. Modigliana era
una zona “bianca” il PCI era più debole che altrove e noi da bravi giovani
comunisti, animati da spirito internazionalista, ben volentieri ci prestammo a
dare una mano ai compagni.
Personalmente
forse avrei preferito andare in un altro posto. Ancora vivo era in me il
ricordo di quando andai in colonia al mare e vi era un gruppetto di bulletti
che si vantavano sempre di essere di Modigliana. Questo gruppo faceva branco e
comandava su tutti ed in particolare su di me che ero solo, piccolo e spaurito
in quanto provenivo da un podere isolato sopra le colline di Cusercoli e ben
poco avevo visto del mondo esterno. In particolare il capo branco era più
grande e grosso di tutti e distribuiva a man bassa tozzoni a che non si
dichiarava essere tifoso della Juventus, a me in particolare ordinava di
esclamare: “Viva Sivori”. Io nemmeno sapevo chi fosse sto Sivori però mi
toccava osannarlo altrimenti erano tozze. Forse è stato anche per questa
esperienza che il mio interesse per il calcio è sempre stato uguale a zero.
Nonostante il pregiudizio che avevo su quel bel paese, mi offrii volontario, in quanto
un rivoluzionario va là dove il dovere chiama.
I compagni del
Partito ci spiegarono ciò che dovevamo fare e aggiunsero che essendo un posto
ad egemonia democristiana, era opportuno che non ci presentassimo come
comunisti, ma come indipendenti di sinistra, d’altra parte dovevamo promuovere
ed organizzare un comizio di un esponente cattolico del gruppo parlamentare
degli indipendenti di sinistra, schierato ovviamente per il NO all’abrogazione
della legge.
Ci
muovemmo dalla Federazione con un tempo
uggioso che minacciava di piovere, nel gruppo incontrai un compagno delle
scuole elementari che non avevo più visto e che non avrei mai più rivisto. Il
suo impegno politico duro solo pochi giorni, nonostante che al termine si dichiarasse entusiasta dell' esperienza fatta.
Prima di Modigliana sulla sinistra c'è una chiesa (credo si
tratti della chiesa di Tossino) ci fermammo, perché dalla strada ci parve di
vedere che nel portale della chiesa fosse affisso un manifesto con una enorme
bandiera rossa. Svoltammo versa la chiesa per costatare di cosa si trattasse.
Era proprio così! Nella parete posta nell’atrio subito dopo il portone, dove
solitamente si affiggono i comunicati parrocchiali spiccava un manifesto con
una enorme bandiera rossa con tanto di falce e martello.
Nell’immediatezza
pensammo ad una provocazione o stupidaggine di uno dei "nostri" e
volevamo rimuoverlo, ma non lo facemmo perché costatammo che in realtà si trattava di un manifesto dei
Comitati Civici ovvero la parte più clericale dello schieramento antidivorzista,
come documentava la piccola firma posta in basso nel manifesto. Evidentemente
era stato affisso col consenso del parroco. Il manifesto oltre al bandierone
rosso, recava la scritta "Compagno, la politica non c'entra, si
tratta di salvare la famiglia!" La sorpresa fu tanta con un misto
di incredulità e biasimo per la strumentalizzazione, ma sotto sotto c’era anche
un po’ di soddisfazione per il fatto che la bandiera rossa fosse entrata anche in
chiesa. Forse era un segno dei tempi.
(L'analogia col
meccanismo propagandistico attuale di certi PD che per Referendum
Costituzionale fanno votare SI anche a Fidel
Castro appena defunto mi sembra evidente: Sti democristiani non si
smentiscono mai).
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