VILLANETA – CASTAGNOLI
Una partita di calcio
d’altri tempi
ROSSI CONTRO BIANCHI
Questa partita avvenne nel 1977 quando la sinistra era
ancora tale, forte ed animata da un sano spirito di competizione, anche nel gioco. Oggi quando i “sinistrati” attuali li vedi in fila per andare a genuflettersi
al Meetig di Comunione e Liberazione, la qual cosa può sembrare inconcepibile a
chi non ha vissuto quei tempi o , pur avendoli vissuti, li ha rigettati ed
rimossi dalla memoria.
Villaneta era una Casa per ferie il loc. Campigna gestita
dalla Casa del Popolo Leo Gramellini, più nota come Valverde, i ragazzi
protagonisti della partita sono i partecipanti di un centro estivo ivi
organizzato.
La cronaca e scritta da Roberto che ne era l’animatore, poco
più grande dei ragazzi che doveva seguire. Il tono è ironico, irriverente,
sopra le righe, ma esprime e ci racconta di una forza vitale che penso dia
difficile trovare nei tempi attuale. A Castagnoli c’era invece il centro estivo
dei “preti”, erano i nostri vicini (vicini poi per modo di dire ... qualche Km
di sentiero impervio).
A prescindere dal tono irriverente della cronaca i Rapporti
di Villaneta con Castagnoli furono di buon vicinato, anche se molto scarsi.
Ottimi invece furono i rapporti con le Associazioni Boy-scout che spesso furono graditi ospiti a
Villaneta
Palmiro C.
DAL DIARIO DI
VILLANETA
"MARTEDI’ 12/07/1977
Partiamo in 12 per Castagnoli con
l’intenzione di rilanciare la sfida con i ciellini che albergano in loco e ...
di uscirne vincitori.
Io non mi sento bene per cui decido di non
giocare.
Il passo è lungo,il morale elevato,
arriviamo a Castagnoli alle 9,30; appena messo piede in terra nemica accolti da
una ovazione di: “Perderete, tanto perderete”, sono i bambini più piccoli che
prete ci ha mandato incontro.
La provocazione risulta chiara e noi la
raccogliamo, dopo aver detto qualche imprecazione passiamo all’attacco fisico; i
nanerottoli, nonostante l’intervento della Spirito Santo, vengono duramente
picchiati,
Dopo altre peripezie raggiungiamo il campo
da gioco (un altopiano naturale) e prendiamo posizione; molto sportivamente
impartisco le disposizioni in caso di sconfitta: “Spaccategli le gambe”.
Si inizia la partita, subito si nota una
sproporzione, i ciellini vogliono giocare in 11 e noi siamo in 8, poi giungiamo
ad un compromesso e giochiamo 8 contro 8.
Tramite la radio rice-trasmittente sono in
costante contatto con Gioberto (che è a Villaneta) e lo tengo informato della
situazione.
Ma ecco che i ciellini mostrano il loro
volto di esseri subdoli:
1)
fanno
giocare due bestioni di vent’anni, mentre il nostro giocatore più grande a 16
anni.
2)
)
effettuano rapidi e continui cambi di giocatori, ogni 5 minuti, per cui
realmente ci troviamo ad essere 8 contro 13.
La sproporzione è
evidente e ben presto se ne vedono i risultati, i nostri ragazzi sono stanchi
mentre quelli del prete, grazie ai ripetuti cambi,sono freschi.
Dopo un po’ i chierici segnano un goal;
quando comunico la notizia a Gioberto sento che singhiozza, poi si riprende, si
incazza e minaccia di non darci da mangiare se non vinciamo.
Pur tuttavia l’eroica squadra di Villaneta
continua a portare clamorosi assalti alla porta avversaria sulla quale, secondo
alcune attendibili testimonianze, è stato
visto scendere dal cielo un angelo.
Sarà per quello , sarà per la sfiga ma il
portiere francescano riesce a parare palle goal imprendibili.
Verso la fine del primo tempo i preti
raddoppiano; è il 2 – 0, un’ondata di vergogna mi assale.
Dieci minuti di riposo: aizzo i nostri
ragazzi al combattimento poi, nonostante non stia bene, e non abbia le
scarpette da pallone, bensì un paio di pesantissimi (Kg. 7,00) stivali, decido
di scendere in campo.
Per radio Gioberto continua a minacciare di
farci saltare i pasti.
Si inizia il secondo tempo: i pretacci, poco
sportivamente, visto che sono in vantaggio, cercano di perdere più tempo
possibile (ad esempio buttano la palla nel burrone) inoltre fanno un gioco
pesante: spingono, danno calci e manate, ma ben presto anche noi ci adeguiamo.
Un nanerottolo, durante una azione, mi da un
pugno nel naso (ho ancora il segno) ma viene ben presto sostituito per rottura
dell’arto inferiore destro; uno dei due ventenni mi da un calciaccio in uno
stinco che mi lascia senza respiro, ma poco dopo mi rifaccio “falciandolo”. Ben
presto siamo noi a segnare il nostro primo goal; naturalmente salutiamo la
segnatura a pugno chiuso.
Verso la fine del secondo tempo, nonostante
che i ciellini perdano continuamente tempo e sostituiscono di continuo i loro
uomini, segniamo il goal del pareggio.
Secondo le solite attendibili fonti sembra
che il prete alla vista del pareggio, si sia ritirato in Chiesa con una decina
di seguaci ed abbia incominciato a lanciare malefici contro di noi,
naturalmente il Signore, nonostante noi lo chiamassimo di continuo in causa con
imprecazioni pepatissime, è un tipo sportivo e non è intervenuto direttamente
nella contesa.
Fine del secondo tempo :due a due.
Subito chiediamo il recupero del tempo
perso, i ciellini prima nicchiano, poi,a malincuore acconsentono e ci concedono
altri 10 minuti di gioco.
Il loro
portiere sembra spiritato, compie balzi felini di 10 -12 metri,
nonostante i nostri ammirevoli sforzi non riusciamo più a segnare.
I preti esultano, noi gli facciamo notare le
loro continue scorrettezze, la sproporzione del numero dei giocatori e
commentiamo il risultato: “Che culo che hanno avuto !!!”
Gioberto( che ora si è rasserenato) ci
comunica che è arrivato Gavelli con suo figlio e un paio di amici (del figlio
ovviamente!).
Poi i fraticelli locali ci riservano una
piacevole sorpresa: ci offrono the, pane e marmellata (che fa schifo, ma è il
pensiero che conta) e ci cantano liete canzoncine,
Dopo poco ripartiamo, ma dopo pochi passi
decidiamo di occupare militarmente Castagnoli e di saccheggiarla.
L’occupazione è facile, Castagnoli (preti a
parte) è una città fantasma (come quelle del vecchio West) il saccheggio si
presenta più complesso, visto che da saccheggiare non c’è niente.
Alla fine vediamo due ciliegi che, da quanto
ci vien detto, sono di ecclesiastica proprietà per diritto di usucapione:
l’azione è fulminea e immediata, sotto gli occhi esterrefatti dei fraticelli
che,dall’alto del loro colle ci guardano, “ripuliamo” completamente i due
alberi,
Siamo stanchi e il cammino per raggiungere
Villaneta è lungo, faticoso e ripido, ma alla fine arriviamo, accolti da
vincitori.
Dopo breve riposo parto (da solo, perché
tutti gli altri sono stanchi) per la Campigna. Mi tocca fare Km 3,00 per
comperare il giornale.
Il pomeriggio è dedicato alle grandi
discussioni di politica internazionale e a quelle sul futuro sviluppo di
Villaneta (qualcuno prevede già che qui sorgerà una grande città. Di nome
Gavellopoli, e prepara già ora odiose speculazioni) oppure agli scherzi e ai
lazzi.
A sera in Campigna a giocare entusiasmanti
partite a marafone (che forse a Villaneta non ci sono le carte??! Mah, gioventù
bruciata!)
Per i posteri: ecco la formidabile compagine
calcistica di Villaneta:
Io (cioè Roberto O.) bella presenza – di
Forlì. ( P.S. per le donne vogliose il tel. è 34673 eh, eh,eh!!)
(... omissis ...)
Nel primo tempo ha giocato (al mio posto),
con non brillanti risultati Z. A: di Galeata
Roberto O."
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