Santa Sofia
Gùstin
(non è il vero nome) era un bracciante di Santa Sofia, tirava avanti
come poteva, cercando lavoretti in qua e là, ma non era facile, la
disoccupazione era elevata, poi lui non godeva grande fama come
lavoratore, era tuttavia simpatico ed a modo suo arguto.
Di
lui si raccontavano vari aneddoti ne riporto un paio.
Una
volta andò da un proprietario terriero a chiedere se aveva del
lavoro da fargli fare, questi rispose: “Che vuoi i tempi sono
duri; di lavoro non ce n’è … però un lavoretto ce l’avrei,
ma è poca cosa, di breve durata”.
Rispose
il nostro personaggio: “ Per me va bene e non preoccupatevi per
la durata; ci pensi io a farlo durare”. Se oggi siamo nella
“modernità”, Gustin era un personaggio moderno: ha fatto scuola
in molti ambiti della società. Lui però era franco.
Si
racconta, ancora, che Gùstin (Augusto) fu assunto per eseguire opere
di sistemazione idraulica del territorio; mentre stava lavorando con
la sua squadra era tenuto d’occhio dal direttore dei lavori che
assisteva dalla collina di fronte. A fine turno il responsabile lo
chiamò e gli disse: “Ti ho osservato al lavoro e ho notato che
andavi piuttosto piano”. Gustin , che aveva notato dove si
trovava il direttore nel corso della giornata, gli chiese: “Ma
da dove mi ha visto a lavorare?” - “Da qui!”
Precisò il capoccia. “ Ma allora è tutto chiaro, –
precisò il nostro protagonista – mi avete visto da lontano e da
lontano tutto sembra che vada più lentamente. Prendete ad esempio
gli aerei, visti da terra sembra che vadano piano piano, invece vanno
velocissimi che sfiondano”. In effetti.
E Marescial (altro soprannome non corrispondente al vero) sempre di Santa Sofia aveva invece un carattere totalmente diverso, era un gran lavoratore, molto capace: univa una visione d’insieme dei problemi della azienda ad un grande senso pratico. Lavorava per una importante azienda locale ed era diventato l’uomo di fiducia del proprietario, un vero “fac totum”. Essendo persona disponibile, aveva finito per essere sempre impegnato, notte e dì, nei giorni feriali ma anche in quelli festivi. Raggiunta una certa età con ormai decenni di lavoro alle spalle, cominciò a riflettere sul senso della sua esistenza.
Un
domenica fu chiamato dal proprietario per far fonte ad un imprevisto
sorto in azienda, risolto il problema si rivolse al titolare e gli
disse: “Signor padrone vi devo dire una cosa” - “Dimmi
Zuanin!” – “Ho deciso che mi licenzio”. Il proprietario
con l’aria sorniona e furbetta di chi sa come vanno le cose del
mondo e sa capire i suoi uomini, ribatté: “Ho capito! Non ti
basta la paga
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