MANIFESTI PER LA PREVENZIONE NELLE SCUOLE
affissi nelle scuole almeno fino agli anni '60
Chi tocca muore.
La scuola di Cusercoli era nell’edificio ove ancora oggi
sono gli Uffici Postali. Ora è una bella palazzina di color arancione allora lo era molto meno.
Se giudicassimo con i canoni d’oggi ci apparirebbe piuttosto malmessa, ma a
quei tempi ci appariva adeguata, anche se nel mezzo dell’aula posta al piano
terreno c’era un grosso palo in legno messo a sostenere il pavimento dell’aula
sovrastante; gli intonaci erano inscuriti e un po’ scrostati, ma rispetto a
quelli delle nostre abitazioni e delle precedenti aule delle scuole rurali erano
quasi lussuosi.
Ciò che più mi colpì della scuola, oltre ai banchi, la
lavagna e la cattedra con la pedana (su cui non si poteva assolutamente salire
salvo esplicito ordine della maestra), furono i manifesti affissi nell’aula, non
tanto quello con l’Italia a forma di stivale, ma quelli che raccomandavano di
fare attenzione alle mine inesplose, avvertivano di non toccarle e di avvisare
subito i carabinieri in caso di rinvenimento.
Sarà perché sapevo che i miei cugini erano stati feriti
piuttosto gravemente dall’esplosione di un residuato bellico, ma quei manifesti
m'impressionavano molto e non potevo fare a meno di guardarli attentamente.
Erano d’altronde manifesti ben concepiti per attrarre
l’attenzione; ne ricordo in particolare uno raffigurante un bambino piangente
con le mani amputate, la maglietta a strisce macchiata di rosso, che stringeva
un giocattolo fra le braccia fasciate. Negli altri manifesti c’era un tripudio
di bambini sfracellati da esplosioni che vomitavano schegge, fuoco e fiamme, di
fianco era riportato il disegno curato nei particolari delle bombe che
esplodevano. Le bombe avevano forme assai diversificate: a bottiglia, a
scatola, a ciambella, a pigna, col manico e con le alette.
Si trattava di una comunicazione alquanto efficace.
L’Italia che in questi anni è stata una delle nazioni che maggiormente ha
esportato mine antiuomo in tutto il mondo, perché molto apprezzate per la loro
efficacia, chissà se ha esportato anche i manifesti anch’essi molto efficaci,
per avvertire bambini e cittadini di non toccarli.
Fu grazie all’attento esame dei vari ordigni che mi
accorsi che il vaso da fiori presente nell’aula altro non era che un bossolo di
cannone riciclato a nuova e più utile funzione.
Nelle scuole dei paesi questi manifesti erano presenti almeno fino alla fine degli anni '60.
Nel 1964 mi sono trasferito a Forlì e nella nuova scuola non erano più affissi.
Cassetta dimostrativa coi vari tipi di ordigni utilizzata nelle scuole.
"Mettete dei fiori nei vostri cannoni"
Bossolo di cannone trasformato in un vaso di fiori.
Nessun commento:
Posta un commento