VILLANETA - CAMPIGNA
Fine di una
storia.
Nel
corso del 2012 cominciamo a frequentare Villaneta alcuni ragazzi, che abitavano
nel versante umbro-toscano dell'Appennino, avevano conosciuto Villaneta perché
amici di un ragazzo che abitava in zona. Non erano visitatori usuali di quelli
che si limitano a fare un soggiorno, ma si appassionarono alla struttura e al
luogo, contribuirono di loro iniziativa
ad eseguire diversi lavori di manutenzione, vidi in loro lo stesso spirito che
animava i primi frequentatori della struttura.
Eventi
imprevedibili fecero precipitare la situazione.
La perquisizione.
Alle
ore 5 di mattina del 13/06/2012. fui svegliato dai carabinieri nella mia
abitazione di Forlì, subito pensai ovviamente ad una disgrazia familiare, e fu
quindi un sollievo quando mi ordinarono di presentarmi alla Caserma dei Carabinieri di Corniolo entro il termine di un'ora perché doveva essere eseguita una perquisizione
a Villaneta, precisando che se non mi fossi presentato avrebbero sfondato le
porte. Mi avviai subito chiedendomi cosa mai fosse successo, ma personalmente
ero scocciato ma tranquillo, in quanto sicuro di non aver compiuto nulla di biasimevole e tanto
meno di illegale, l’unica ipotesi che mi venne in mente fu che qualche ospite
vi avesse nascosto un po’ di marijuana, ma in verità propendevo più per
l’ipotesi di un errore.
Dal Corniolo poi accompagnato da 4-5 agenti “dei nuclei speciali” (così si presentarono, ma non capii bene speciali di che cosa, poi setti dell' antiterrorismo) e dai carabinieri della locale stazione, ci recammo a Villaneta, rimanendo all’oscuro del motivo della perquisizione, siccome mi avevano fatto solo il nome di uno dei ragazzi toscani che avevo ospitato, arrivai a pensare che l'avessero preso con degli spinelli e ipotizzassero che li avesse nascosti a Villaneta.
Alle 8,00 si giunse a Villaneta, alle 8,20 la perquisizione era terminata. Si vide subito che si aspettavano di trovare una realtà diversa. Scartai l'ipotesi della droga perché non frugarono da nessuna parte, diedero solo un’occhiata e in particolare guardarono solo i libri presenti, capii poi il motivo di questo interesse quando infine tornati al Corniolo mi fu consegnato l'atto di perquisizione. Dal mandato di perquisizione appresi che uno dei ragazzi era indagato in quanto di fede anarchica. In specifico era solo accusato di aver scritto con la bomboletta sopra su un bancomat e di aver esposto durante una manifestazione uno striscione con la scritta“ Terrorista è lo stato”. Si riportava anche, che durante la perquisizione della sua auto, avvenuta peraltro anni prima, erano stati rinvenuti strani aggeggi che si ipotizzava servissero per futuri attentati. Capii subito che si trattava di attrezzi del suo lavoro (era un potatore degli alberi che eseguiva salendoci sopra senza l'ausilio di elevatori, come in effetti risultò poi essere). Tuttavia si sospettava il ragazzo di essere in contatto coi “terribili” anarchici greci, per cui contro di lui era stato spiccato un mandato d'arresto. Nel verbale di perquisizione si riferiva che nulla di particolare si era rinvenuto. In conclusione Villaneta era una normale casa per ferie.
Dal Corniolo poi accompagnato da 4-5 agenti “dei nuclei speciali” (così si presentarono, ma non capii bene speciali di che cosa, poi setti dell' antiterrorismo) e dai carabinieri della locale stazione, ci recammo a Villaneta, rimanendo all’oscuro del motivo della perquisizione, siccome mi avevano fatto solo il nome di uno dei ragazzi toscani che avevo ospitato, arrivai a pensare che l'avessero preso con degli spinelli e ipotizzassero che li avesse nascosti a Villaneta.
Alle 8,00 si giunse a Villaneta, alle 8,20 la perquisizione era terminata. Si vide subito che si aspettavano di trovare una realtà diversa. Scartai l'ipotesi della droga perché non frugarono da nessuna parte, diedero solo un’occhiata e in particolare guardarono solo i libri presenti, capii poi il motivo di questo interesse quando infine tornati al Corniolo mi fu consegnato l'atto di perquisizione. Dal mandato di perquisizione appresi che uno dei ragazzi era indagato in quanto di fede anarchica. In specifico era solo accusato di aver scritto con la bomboletta sopra su un bancomat e di aver esposto durante una manifestazione uno striscione con la scritta“ Terrorista è lo stato”. Si riportava anche, che durante la perquisizione della sua auto, avvenuta peraltro anni prima, erano stati rinvenuti strani aggeggi che si ipotizzava servissero per futuri attentati. Capii subito che si trattava di attrezzi del suo lavoro (era un potatore degli alberi che eseguiva salendoci sopra senza l'ausilio di elevatori, come in effetti risultò poi essere). Tuttavia si sospettava il ragazzo di essere in contatto coi “terribili” anarchici greci, per cui contro di lui era stato spiccato un mandato d'arresto. Nel verbale di perquisizione si riferiva che nulla di particolare si era rinvenuto. In conclusione Villaneta era una normale casa per ferie.
La
vicenda degli “anarchici insurrezionalisti” ebbe un grande rilievo anche sulla
stampa nazionale, poi la vicenda sparì completamente e solo con grande fatica
sono riuscito a sapere che la vicenda si era conclusa dopo un anno e mezzo con
la piena assoluzione “perché il fatto non sussiste” del ragazzo che tuttavia
nel frattempo si era fatto 6-7 mesi di prigione e un tempo ancor maggiore di
arresti domiciliari.
Assolti "perchè il fatto non sussiste" però dopo essere stati parecchi mesi in prigione, essere sbattuti su tutti i giornali e TV nazionali, additati come pericolosi terroristi, quando furono assolti niente, ho trovato solo questo trafiletto dopo molte ricerche.
Sono sotto accusa. FIne della "Casa per ferie"
Nell'immediato
non mi preoccupai troppo dell’evento: era un normale controllo conclusasi con
esito positivo per Villaneta. Fatto sta che il giorno successivo la notizia era
su un giornale che riportata il fatto con esiti allarmistici e cominciarono
i guai. Qualcuno dei presenti alla perquisizione si era evidentemente
preoccupato di andarlo a raccontare subito alla stampa locale. Fui convocato dalla direzione della Coop UNICA (Che nel frattempo
aveva inglobato la Coop Leo Gramellini “Valverde”). Fui additato come irresponsabile anche dagli altri "soci" nella gestione della casa,
in quanto colpevole di non aver utilizzato la struttura al solo scopo di “utilizzo
personale” (sic). Fui diffidato seduta stante dal frequentarla ancora.
Villaneta era arrivata alla Coop. UNICA in eredità dalla Coop
“Valverde”, per la nuova dirigenza, ormai scevra dalle idealità associative
degli inizi, questa struttura era considerata ormai un inutile peso che non
produceva alcun utile (ma nemmeno perdite come ormai tutte le Case del Popolo
da loro gestite), colsero l'occasione per disfarsene e in quella occasione comunicarono l’intenzione di rinunciare alla
concessione di Villaneta, come in effetti avvenne.
Da quel giorno sono tornato una sola volta a Villaneta,il 27 settembre
2012, quando mi fu “concesso” di prelevare i miei beni personali, riuscì a
portar via quanto mi fu possibile non avendo un fuoristrada per raggiungere
Villaneta. Per oltre tre anni non ho
avuto lo stato d’animo di tornarla a vedere. L’elaborazione del lutto è stata
lunga. Ho frequentato Villaneta dal 1976 - 77 al
2012. Si chiuse così la storia della "Casa per ferie" improntata da Otello
Gavelli sui principi di un turismo sociale ed autogestito. Rispettoso dell'
ambiente. Ho partecipato dal 1984 alla sua gestione, occupandomi in prevalenza
delle pratiche burocratiche, che non finivano mai. Ero anche il muratore per i
piccoli lavori. Villaneta fu il luogo
dove mia madre ha fatto le uniche "ferie" della sua vita. E' il luogo
dove portavo i figli. In altre parole Villaneta è stata parte della mia vita.
Palmiro Capacci
Probalmente fui sospetettato anche io di essere un pericoloso insurrezionalista
invece a Villaneta ero attento alle pluralità delle culture.
Altri continuano .....
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