giovedì 1 dicembre 2016

QUANDO UN PRETE DI MODIGLIANA MISE LA BANDIERA ROSSA IN CHIESA





Ricordi di militanza politica.
QUANDO UN PRETE DI MODIGLIANA MISE LA BANDIERA ROSSA IN CHIESA


Il referendum per l’abrogazione della Legge sul divorzio del 1974 fu la mia prima campagna elettorale, anche se ancora non potevo votare.



Oltre che a Forlì feci attività anche a Modigliana. Assieme ad un gruppetto della Federazione Giovanile Comunista  fummo inviati dal Partito in quel paese a dare man forte ai compagni del luogo. Modigliana era una zona “bianca” il PCI era più debole che altrove e noi da bravi giovani comunisti, animati da spirito internazionalista, ben volentieri ci prestammo a dare una mano ai compagni.



Personalmente forse avrei preferito andare in un altro posto. Ancora vivo era in me il ricordo di quando andai in colonia al mare e vi era un gruppetto di bulletti che si vantavano sempre di essere di Modigliana. Questo gruppo faceva branco e comandava su tutti ed in particolare su di me che ero solo, piccolo e spaurito in quanto provenivo da un podere isolato sopra le colline di Cusercoli e ben poco avevo visto del mondo esterno. In particolare il capo branco era più grande e grosso di tutti e distribuiva a man bassa tozzoni a che non si dichiarava essere tifoso della Juventus, a me in particolare ordinava di esclamare: “Viva Sivori”. Io nemmeno sapevo chi fosse sto Sivori però mi toccava osannarlo altrimenti erano tozze. Forse è stato anche per questa esperienza che il mio interesse per il calcio è sempre stato uguale a zero.



Nonostante il pregiudizio che avevo su quel bel paese, mi offrii volontario, in quanto un rivoluzionario va là dove il dovere chiama.



I compagni del Partito ci spiegarono ciò che dovevamo fare e aggiunsero che essendo un posto ad egemonia democristiana, era opportuno che non ci presentassimo come comunisti, ma come indipendenti di sinistra, d’altra parte dovevamo promuovere ed organizzare un comizio di un esponente cattolico del gruppo parlamentare degli indipendenti di sinistra, schierato ovviamente per il NO all’abrogazione della legge.

Ci muovemmo  dalla Federazione con un tempo uggioso che minacciava di piovere, nel gruppo incontrai un compagno delle scuole elementari che non avevo più visto e che non avrei mai più rivisto. Il suo impegno politico duro solo pochi giorni, nonostante che al termine si dichiarasse entusiasta dell' esperienza fatta.



Prima di Modigliana sulla sinistra c'è una chiesa (credo si tratti della chiesa di Tossino) ci fermammo, perché dalla strada ci parve di vedere che nel portale della chiesa fosse affisso un manifesto con una enorme bandiera rossa. Svoltammo versa la chiesa per costatare di cosa si trattasse. Era proprio così! Nella parete posta nell’atrio subito dopo il portone, dove solitamente si affiggono i comunicati parrocchiali spiccava un manifesto con una enorme bandiera rossa con tanto di falce e martello.



Nell’immediatezza pensammo ad una provocazione o stupidaggine di uno dei "nostri" e volevamo rimuoverlo, ma non lo facemmo perché costatammo  che in realtà si trattava di un manifesto dei Comitati Civici ovvero la parte più clericale dello schieramento antidivorzista, come documentava la piccola firma posta in basso nel manifesto. Evidentemente era stato affisso col consenso del parroco. Il manifesto oltre al bandierone rosso, recava la scritta "Compagno, la politica non c'entra, si tratta di salvare la famiglia!" La sorpresa fu tanta con un misto di incredulità e biasimo per la strumentalizzazione, ma sotto sotto c’era anche un po’ di soddisfazione per il fatto che la bandiera rossa fosse entrata anche in chiesa. Forse era un segno dei tempi.



(L'analogia col meccanismo propagandistico attuale di certi PD che per Referendum Costituzionale fanno votare SI anche a Fidel Castro appena defunto mi sembra evidente: Sti democristiani non si smentiscono mai).
 




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