mercoledì 26 settembre 2018

Per tre peli del diavolo - Le favole di Velino









Anche questo racconto di Velino, pur attingendo a stereotipi delle fiabe, è per molti versi originale. Molto particolare è la figura del diavolo alquanto umanizzata nonostante le sembianze da caprone. È un “povero diavolo”1 non appare mai cattivo, è oberato dal lavoro, arriva a casa stanco e dopo cena va subito a letto perché la mattina deve alzarsi presto. È paziente con la moglie che lo sveglia sempre per staccargli i peli ed interferire con la sua attività, l’accontenta subito pur di essere lasciato in pace. La moglie è l’immagine di una signora sola, annoiata che volentieri si presta ad aiutare il giovane allo scopo di rompere la “ruotine “quotidiana e provare un po’di emozioni. Insomma la famiglia del diavolo è l’immagine della borghesia media di fine ottocento, che il contadino vedeva da lontano (le contadine non erano mai sole e annoiate, ma sempre indaffarate).
Da notare che la principessa rimane sempre sullo sfondo, è un oggetto, non un soggetto, di lei non si sa nulla se non che è bella e carina, ma questo è uno stereotipo delle fiabe. Non ci si chiede se è contenta, se le piace l’uomo a cui è data in sposa, però alla fine “visse felice e contenta”.
Cosa altro poteva fare?

C’era una volta un Re ormai anziano che aveva una sola figlia molto bella e carina e la voleva dare per sposa ad un uomo coraggioso ed ingegnoso che un giorno avrebbe ereditato il trono. Per trovarlo aveva pensato ad una prova molto ardua: l’avrebbe data in sposa a chi fosse riuscito ad andare a casa del diavolo per sottrargli tre peli dal suo culo. È noto che i diavoli assomigliano ai caproni con le corna e col sedere molto peloso.
La prova era molto ardua e nessuno aveva osato affrontarla, finché un ragazzo intraprendente e coraggioso decise di provarci. Si mise in cammino, ma la strada era molto lunga, il diavolo abitava molto, molto lontano.
Cammina cammina dopo alcuni giorni il ragazzo vide un contadino in una costa2 che stava zappando il terreno, questi si rivolse al giovane salutandolo: “Buon giorno, buon uomo dove state andando? Che da queste parti non passa mai nessuno”.
Il giovane rispose: “Devo andare alla casa del diavolo”.
Il contadino: “Se andate alla casa del diavolo allora fatemi il piacere di chiedergli che cosa gli ho fatto, perché zappo sempre e non raccolgo mai nulla”.
Va bene glielo chiederò”, promise il ragazzo che si rimise in cammino.
Dopo molte ore si trovò davanti ad una piccola casetta e lì vicino c’era una vecchietta appoggiata ad un fico che piangeva, il ragazzo le chieste la ragione del pianto. La vecchietta riferì che aveva solo quel fico, che le forniva il companatico ed ora si era seccato, poi gli chiese dove andasse. Il giovane le rispose che si stava recando dal diavolo. Sentita la risposta la vecchietta gli chiese di domandargli perché mai le avesse fatto seccare l’unico fico che avesse. Il ragazzo le promise che glielo avrebbe certamente chiesto se fosse riuscito ad arrivarci.
Cammina e cammina dopo molti giorni si trovò la strada sbarrata da un fiume, non c’erano ponti o traghetti e lui non sapeva nuotare. Costeggiò il fiume per trovare il modo di attraversarlo, dopo un po’vide un uomo seduto nell’acqua del fiume il quale gli domandò: “Buongiorno signore come mai da queste parti dove non passa mai nessuno? Dove andate di bello?”.
Il ragazzo gli riferì la sua destinazione.
L’uomo nell’acqua sorpreso aggiunse: “Se lo trovate fategli il favore di chiedergli cosa mai gli ho fatto perché mi condannasse a rimanere sempre col culo a mollo in questo fiume senza la possibilità di uscirne”.
Lo farò senz’altro rispose il giovane se ce la farò a trovarlo glielo chiederò, però dovete farmi il piacere di aiutarmi ad attraversare il fiume perché io non so nuotare”.
L’uomo del fiume acconsentì e lo fece passare sull’altra sponda.
Dopo tanti altri giorni di cammino arrivò davanti ad un grande e stupendo palazzo. Il nostro ragazzo capì che finalmente aveva trovato la casa del diavolo, anche se per la verità per i racconti che aveva udito se l’era immaginata assai diversa. Si avvicinò ad un bel cancello dove c’era una campanella con una catena, tirò la catena e fece suonare la campanella diverse volte. Poco dopo comparve una bella ed elegante signora che riferì di essere la moglie del diavolo e gli chiese chi fosse e come mai fosse arrivato sin lì. Il giovane le raccontò del desiderio di sposare la figlia del Re e della prova da superare per poter chiedere la sua mano, ovvero portare al padre di lei tre peli del sedere di suo marito.
La moglie del diavolo cercò subito di dissuaderlo: “Ma voi giovanotto siete matto? Non ce la farete mai”.
Poi, forse affascinata dalla storia del giovane, aggiunse: “Io però forse potrei farlo. Ho tuttavia bisogno di tre buoni motivi, uno per ogni pelo da strappare, per giustificarmi con lui”.
Il ragazzo colse l’occasione al balzo e disse: “I motivi sono questi: Che cosa gli ha fatto quel pover uomo che zappa sempre e non raccoglie mai?… e quella povera vecchia a cui ha fatto seccare l’unico fico che aveva ed infine quel povero cristiano che lo ha confinato sempre col sedere a bagno nel fiume?”.
La signora trovò i motivi validi e rispose al ragazzo: “Vi aiuterò bel giovanotto. Adesso il diavolo non c’è, nell’attesa vi nasconderò, poi quando dorme ci proverò”.
Alla sera tardi come al solito il diavolo rientrò a casa, il poveretto aveva sempre tanto lavoro da sbrigare, dopo cena si coricò subito. Dopo un bel po’quando il marito era nel sonno più profondo, la donna si mise all’opera, cominciò col primo pelo, arrotolandolo attorno alla mano, perché si sa che i peli del diavolo sono molto lunghi e robusti; finito di arrotolarlo gli diede un gran strappone, staccandoglielo. Il diavolo fece un urlo e chiese alla moglie: “Che hai fatto, sei ammattita?”.
Lei di rimando: “Che cosa ti ha fatto quel pover uomo che zappa sempre e non raccoglie mai niente?”.
Il diavolo: “Non gli ho fatto proprio niente, è lui che è un gran sciocco, digli di seminare dopo aver zappato se vuole il raccolto” e si rimise a dormire.
Atteso che si fosse riaddormentato, la moglie cominciò la stessa operazione col secondo pelo, e mentre gli dà lo strappone gli chiede subito: “Cosa ti ha fatto quella povera vecchia che aveva solo quel fico e glielo hai fatto seccare?”. Il diavolo che evidentemente, a differenza di quanto si pensi è molto paziente, almeno con la moglie si giustificò: “Digli di guardare sotto le radici della pianta e vi troverà una pendola piena di marenghi d’oro, e adesso lasciami dormire che domattina devo alzarmi presto”.
La donna procedette inesorabile con terzo pelo, il diavolo diede un nuovo urlo, e chiese: “Che c’è, non hai ancora finito?”. La moglie: “Un’ultima cosa, che ti ha fatto quel povero cristiano che hai condannato a stare sempre col culo in acqua?”. Il diavolo assonnato rispose: “Digli che può liberarsi lasciando al suo posto il primo viandante che deve attraversare”. e tornò a dormire.
Alla mattina il diavolo uscì presto per il suo lavoro, sua moglie consegnò i tre peli al ragazzo e gli raccontò quanto le aveva detto il marito. La missione era compiuta: il ragazzo intraprese il viaggio di ritorno. Giunto al fiume chiese di nuovo all’uomo del fiume di farlo attraversare, lui gli chiese subito se avesse parlato del suo caso al diavolo.
Il ragazzo rispose: “Sì; so come puoi terminare questa condanna, ma te lo posso dire solo dopo aver attraversato il fiume”.
Giunto sull’altra sponda riferì quanto aveva promesso il diavolo, al che l’uomo del fiume gli chiese perché mai non glielo avesse detto prima, il ragazzo gli rispose che non poteva rischiare di essere lui il condannato a stare col culo nell’acqua, perché doveva assolutamente tornare al suo paese per sposare la figlia del Re.
Passò quindi dalla vecchietta del fico, sradicarono l’albero e trovarono la pendola dei marenghi e fecero a metà. Arrivò anche dal contadino che zappava sempre e gli spiegò che per raccogliere occorre anche seminare, perché non basta zappare il campo.
Finalmente arrivò al palazzo reale con i tre peli e mezza pentola di marenghi d’oro. Il Re soddisfatto disse che era proprio l’uomo adatto a sposare sua figlia e a succedergli al trono. Prepararono subito il matrimonio, fecero una gran festa in cui invitarono tutto il paese e naturalmente vissero felici e contenti.



Nessun commento:

Posta un commento