martedì 25 agosto 2015

ROSSI CONTRO BIANCHI: una partita d'altri tempi (1977)





VILLANETA – CASTAGNOLI

Una partita di calcio d’altri tempi

ROSSI CONTRO BIANCHI


Questa partita avvenne nel 1977 quando la sinistra era ancora tale, forte ed animata da un sano spirito di competizione, anche nel gioco. Oggi quando i “sinistrati” attuali li vedi in fila per andare a genuflettersi al Meetig di Comunione e Liberazione, la qual cosa può sembrare inconcepibile a chi non ha vissuto quei tempi o , pur avendoli vissuti, li ha rigettati ed rimossi dalla memoria.

Villaneta era una Casa per ferie il loc. Campigna gestita dalla Casa del Popolo Leo Gramellini, più nota come Valverde, i ragazzi protagonisti della partita sono i partecipanti di un centro estivo ivi organizzato.
La cronaca e scritta da Roberto che ne era l’animatore, poco più grande dei ragazzi che doveva seguire. Il tono è ironico, irriverente, sopra le righe, ma esprime e ci racconta di una forza vitale che penso dia difficile trovare nei tempi attuale. A Castagnoli c’era invece il centro estivo dei “preti”, erano i nostri vicini (vicini poi per modo di dire ... qualche Km di sentiero impervio).

A prescindere dal tono irriverente della cronaca i Rapporti di Villaneta con Castagnoli furono di buon vicinato, anche se molto scarsi. Ottimi invece furono i rapporti con le Associazioni  Boy-scout che spesso furono graditi ospiti a Villaneta

Palmiro C.



DAL DIARIO DI VILLANETA

"MARTEDI’ 12/07/1977
Partiamo in 12 per Castagnoli con l’intenzione di rilanciare la sfida con i ciellini che albergano in loco e ... di uscirne vincitori.
Io non mi sento bene per cui decido di non giocare.
Il passo è lungo,il morale elevato, arriviamo a Castagnoli alle 9,30; appena messo piede in terra nemica accolti da una ovazione di: “Perderete, tanto perderete”, sono i bambini più piccoli che prete ci ha mandato incontro.
La provocazione risulta chiara e noi la raccogliamo, dopo aver detto qualche imprecazione passiamo all’attacco fisico; i nanerottoli, nonostante l’intervento della Spirito Santo, vengono duramente picchiati,
Dopo altre peripezie raggiungiamo il campo da gioco (un altopiano naturale) e prendiamo posizione; molto sportivamente impartisco le disposizioni in caso di sconfitta: “Spaccategli le gambe”.
Si inizia la partita, subito si nota una sproporzione, i ciellini vogliono giocare in 11 e noi siamo in 8, poi giungiamo ad un compromesso e giochiamo 8 contro 8.
Tramite la radio rice-trasmittente sono in costante contatto con Gioberto (che è a Villaneta) e lo tengo informato della situazione.
Ma ecco che i ciellini mostrano il loro volto di esseri subdoli:
1)     fanno giocare due bestioni di vent’anni, mentre il nostro giocatore più grande a 16 anni.
2)     ) effettuano rapidi e continui cambi di giocatori, ogni 5 minuti, per cui realmente ci troviamo ad essere 8 contro 13.
La sproporzione è evidente e ben presto se ne vedono i risultati, i nostri ragazzi sono stanchi mentre quelli del prete, grazie ai ripetuti cambi,sono freschi.
Dopo un po’ i chierici segnano un goal; quando comunico la notizia a Gioberto sento che singhiozza, poi si riprende, si incazza e minaccia di non darci da mangiare se non vinciamo.
Pur tuttavia l’eroica squadra di Villaneta continua a portare clamorosi assalti alla porta avversaria sulla quale, secondo alcune attendibili testimonianze, è stato  visto scendere dal cielo un angelo.
Sarà per quello , sarà per la sfiga ma il portiere francescano riesce a parare palle goal imprendibili.
Verso la fine del primo tempo i preti raddoppiano; è il 2 – 0, un’ondata di vergogna mi assale.
Dieci minuti di riposo: aizzo i nostri ragazzi al combattimento poi, nonostante non stia bene, e non abbia le scarpette da pallone, bensì un paio di pesantissimi (Kg. 7,00) stivali, decido di scendere in campo.
Per radio Gioberto continua a minacciare di farci saltare i pasti.
Si inizia il secondo tempo: i pretacci, poco sportivamente, visto che sono in vantaggio, cercano di perdere più tempo possibile (ad esempio buttano la palla nel burrone) inoltre fanno un gioco pesante: spingono, danno calci e manate, ma ben presto anche noi ci adeguiamo.
Un nanerottolo, durante una azione, mi da un pugno nel naso (ho ancora il segno) ma viene ben presto sostituito per rottura dell’arto inferiore destro; uno dei due ventenni mi da un calciaccio in uno stinco che mi lascia senza respiro, ma poco dopo mi rifaccio “falciandolo”. Ben presto siamo noi a segnare il nostro primo goal; naturalmente salutiamo la segnatura a pugno chiuso.
Verso la fine del secondo tempo, nonostante che i ciellini perdano continuamente tempo e sostituiscono di continuo i loro uomini, segniamo il goal del pareggio.
Secondo le solite attendibili fonti sembra che il prete alla vista del pareggio, si sia ritirato in Chiesa con una decina di seguaci ed abbia incominciato a lanciare malefici contro di noi, naturalmente il Signore, nonostante noi lo chiamassimo di continuo in causa con imprecazioni pepatissime, è un tipo sportivo e non è intervenuto direttamente nella contesa.
Fine del secondo tempo :due a due.
Subito chiediamo il recupero del tempo perso, i ciellini prima nicchiano, poi,a malincuore acconsentono e ci concedono altri 10 minuti di gioco.
Il loro  portiere sembra spiritato, compie balzi felini di 10 -12 metri, nonostante i nostri ammirevoli sforzi non riusciamo più a segnare.
I preti esultano, noi gli facciamo notare le loro continue scorrettezze, la sproporzione del numero dei giocatori e commentiamo il risultato: “Che culo che hanno avuto !!!”
Gioberto( che ora si è rasserenato) ci comunica che è arrivato Gavelli con suo figlio e un paio di amici (del figlio ovviamente!).
Poi i fraticelli locali ci riservano una piacevole sorpresa: ci offrono the, pane e marmellata (che fa schifo, ma è il pensiero che conta) e ci cantano liete canzoncine,
Dopo poco ripartiamo, ma dopo pochi passi decidiamo di occupare militarmente Castagnoli e di saccheggiarla.
L’occupazione è facile, Castagnoli (preti a parte) è una città fantasma (come quelle del vecchio West) il saccheggio si presenta più complesso, visto che da saccheggiare non c’è niente.
Alla fine vediamo due ciliegi che, da quanto ci vien detto, sono di ecclesiastica proprietà per diritto di usucapione: l’azione è fulminea e immediata, sotto gli occhi esterrefatti dei fraticelli che,dall’alto del loro colle ci guardano, “ripuliamo” completamente i due alberi,
Siamo stanchi e il cammino per raggiungere Villaneta è lungo, faticoso e ripido, ma alla fine arriviamo, accolti da vincitori.
Dopo breve riposo parto (da solo, perché tutti gli altri sono stanchi) per la Campigna. Mi tocca fare Km 3,00 per comperare il giornale.
Il pomeriggio è dedicato alle grandi discussioni di politica internazionale e a quelle sul futuro sviluppo di Villaneta (qualcuno prevede già che qui sorgerà una grande città. Di nome Gavellopoli, e prepara già ora odiose speculazioni) oppure agli scherzi e ai lazzi.
A sera in Campigna a giocare entusiasmanti partite a marafone (che forse a Villaneta non ci sono le carte??! Mah, gioventù bruciata!)
Per i posteri: ecco la formidabile compagine calcistica di Villaneta:
Io (cioè Roberto O.) bella presenza – di Forlì. ( P.S. per le donne vogliose il tel. è 34673 eh, eh,eh!!)
(... omissis ...)
Nel primo tempo ha giocato (al mio posto), con non brillanti risultati Z. A: di Galeata

Roberto O."




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